26^ Volata Napola-Mokarta
Oltre il quarto di secolo
Avere un obiettivo da perseguire è uno dei principi basilari dell’atletica leggera e dello sport in generale. Non importa che ci si spinga oltre per il superamento di un limite personale o per guadagnarsi una posizione in più; ciò che conta realmente è che ogni ambizione sia mossa da una sana competizione e da lealtà agonistica. Nella sua accezione più positiva, infatti, raggiungere un traguardo sportivo assume il nobile significato di misurarsi con delle possibili difficoltà, impegnandosi con costanza ed abnegazione per il superamento delle stesse. In altre parole, come si suol dire, lo sport sa essere un autentico maestro di vita. Praticando podismo da oltre vent’anni, è stato naturale anche per noi porci degli obiettivi nella nostra lunga storia organizzativa, traendo beneficio dagli effetti positivi derivanti da questa sorta di sfida con noi stessi. Riavvolgendo il nastro dei ricordi, sono state diverse le circostanze, e le relative motivazioni, in cui la pura passione non sia stato il solo sentimento ad alimentare la Volata Napola-Mokarta. Spesse volte, infatti, è stato il perseguimento di un obiettivo il motore principale della nostra manifestazione. Talvolta l’abbiamo fatto semplicemente per il piacere di migliorarci. Altre volte, invece, ricorrere ad uno scopo è stata una necessità, e ciò al fine di poter superare un momento di difficoltà. A tal proposito, per citare un caso concreto, non abbiamo mai nascosto di aver molto faticato a riprendere dopo i due anni di stop forzato a causa del covid. Anzi, in tutta onesta, crediamo che la principale motivazione che ci abbia spinti a rimetterci in gioco e superare una criticità così notevole, sia stato proprio il voler raggiungere il tanto ambito traguardo del quarto di secolo. Alla luce di quanto detto, dunque, siamo consapevoli di presentarci alla vigilia dell’edizione numero ventisei senza il grande obiettivo che ha tenuto in vita la Volata negli ultimi due/tre anni; ma questo non ci intimorisce più di tanto. Al contrario, l’aver sperimentato il vuoto generato dall’assenza di una motivazione forte, ci ha dato la possibilità di avere una visione più lucida di ciò che oggi significa per noi la Volata Napola-Mokarta. Dopo ventotto anni di storia e ben venticinque edizioni alle spalle, riconosciamo a noi stessi che nessuno dei più nobili obiettivi può essere superiore alla passione stessa da cui tutto ha avuto origine. E ciò significa che, pur rimanendo orgogliosi per ogni traguardo raggiunto, desideriamo oggi approcciarci all’attività organizzativa senza puntare ad un obbiettivo ben preciso. In sintesi, rimodulando la celebre espressione di Pierre De Cubertin proprio nell’anno dei Giochi Olimpici, potremmo dire che all’alba della ventiseiesima edizione vogliamo esserci per il puro piacere di esserci. È bene precisare che questa rinnovata visione non preclude minimamente l’alto valore della manifestazione. Il nostro impegno per poter assicurare lo spettacolo che ogni anno ci fa battere il cuore non è cambiato di una virgola negli anni, ed a tal proposito non possiamo che essere profondamente riconoscenti verso chi continua a sostenerci ed appoggiarci. Se non fosse per chi crede nella Volata tanto quanto noi stessi non saremmo oggi qua a parlarne. Semplicemente, ci piace pensare che esserci, oggi, sia il traguardo più grande. E non potremmo essere più orgogliosi di questo. Grazie a tutti e buona 26a Volata Napola-Mokarta.